giovedì 5 gennaio 2017

I danni del paracetamolo: perchè non usarlo e come farne a meno

Ormai si prescrive e si assume paracetamolo per qualunque disturbo associato anche a lievi sindromi febbrili. Pediatri e genitori non risparmiano neanche i bambini (persino i neonati) da questo farmaco. Ma è bene sapere quali sono i suoi effetti dannosi e come questi si verifichino anche a distanza di anni.


I danni del paracetamolo

Esiste una letteratura medica a riguardo che risale già al 1967 ( cfr Journal of Pharmacology and Experimental Therapeutics 156, 285, 1967), e spiega quali sono gli effetti collaterali del paracetamolo alle dosi terapeutiche: vertigini, sonnolenza, alterazioni ematologiche, secchezza orale, problemi di accomodazione, nausea, vomito, fenomeni allergici come glossite (lingua gonfia) orticaria, prurito, arrossamenti cutanei, broncospasmo, porpora trombo-citopenica.
Questi effetti collaterali sono stati riportati anche circa vent’anni fa in un libro del dott. Roberto Gava (l’Annuario dei Farmaci), dove aggiunge che il paracetamolo possiede anche un’elevata tossicità acuta dose-dipendente con gravi effetti epatici, ittero ed emorragie, e la possibilità di avere una progressione verso l’encefalopatia, il coma e la morte. Inoltre può causare insufficienza renale con necrosi tubulare acuta, aritmie cardiache, anemia emolitica, agranulocitosi, e pancitopenia.

Gli ultimi studi sulla tossicità del paracetamolo risalgono ad una pubblicazione del 2010 da parte del New Zeland Asthma and Allergy color Study Group a cura del dott. Wickens e Colleghi sulla rivista “Clinical & Experimental Allergy” . Da questo studio emerge che il paracetamolo è un potente farmaco ossidante e consuma le scorte del nostro più potente antiossidante: il GLUTATIONE. E quando questo scarseggia, il paracetamolo svolge la sua azione epatotossica.
“L’effetto epatotossico è esplicato da un metabolita del paracetamolo ( l’N-acetil-p-benzochinone), che viene neutralizzato da un sistema epatico glutatione-dipendente. Dopo che le scorte intraepatocitarie di glutatione si sono esaurite il metabolita si lega con le proteine del citosol epatocitario ( dopo circa dieci ore dall’assunzione) e svolge al sua azione epatotossica”.( L’Annuario dei Farmaci , dott. Roberto Gava).


Studi scientifici pubblicati nel 2008 e nel 2009 hanno dimostrato che l’assunzione di paracetamolo aumenta la probabilità dei bambini piccoli di ammalarsi di autismo.”
L’uso di paracetamolo abbassa il sistema immunitario, danneggia la produzione delle nostre sostanze antiossidanti e facilita quindi l’insorgenza di influenze, malattie infettive, degenerative e soprattutto il cancro.


Citiamo il Dott. Claudio Sauro al riguardo:
Vorrei invitare tutti a non far usa di paracetamolo anche per le più piccole cose, tipo una febbre di 37°, cosa che si vede comunemente fare da tutti ed ordinato a valanga perfino dalla classe medica, oltretutto il paracetamolo è un prodotto da banco che si può acquistare in farmacia anche senza ricetta, ed è considerato, anche grazie alla pubblicità, una panacea universale.
Il paracetamolo inibisce un enzima importantissimo, la glutatione perossidasi, è il principale enzima endogeno che abbiamo per neutralizzare i radicali liberi. Questo non è un segreto, stà scritto sul Harrison e su altri testi autorevoli come ad esempio Current Therapy. Il paracetamolo può causare se si superano i 4 gr/die un epatite abbastanza grave, la così detta “Epatite da Paracetamolo” che troverete su qualsiasi testo di medicina. C’è però da sottolineare che il bambino piccolo è particolarmente carente di glutatione perossidasi, per cui nel bambino l’epatite può essere più frequente. Non solo, ma il paracetamolo sopprime la glutatione perossidasi anche a dosi relativamente basse (1 gr/die), cioè a dosi che si usano comunemente in terapia, ma nel contempo causa una caduta delle difese immunitarie. Lo constato continuamente ogni giorno soprattutto in bambini con tracheiti e bronchiti che non guariscono ed ai quali le mamme sono solite dare il paracetamolo come panacea, tolto il paracetamolo guariscono subito.
Lo dico, perché il suo uso, se abbinato a qualsiasi chemioterapia naturale ne sopprime l’effetto immunostimolante, e cioè esattamente quello che si cerca di ottenere con le sostanze naturali immunostimolanti. C’è da dire che la febbre non andrebbe mai abbassata nell’adulto a meno che non superi i 39°, perché con la febbre è dimostrato che c’è maggior produzione di anticorpi, cioè la febbre è una reazione naturale dell’organismo per produrre anticorpi.
Cosa fare quando abbiamo la febbre?

  • Spugnature a freddo.
  • Tintura madre di genziana, ad azione febbrifuga, 40 gocce due/tre volte al giorno.
  • Basilico Tulsi. Nell’ayurveda il basilico tulsi viene usato per far abbassare la febbre:  fare una bevanda utilizzando circa 12 grammi di foglie di Tulsi da far bollire in mezzo litro di acqua pura. Assumere due volte al giorno con mezza tazza di latte, un cucchiaio da tavola di zucchero e un cucchiaino di polvere di cardamomo. Questo aiuta ad abbassare la febbre.
  • Estratto di corteccia di salice bianco ricca di salicilati da cui è derivato il famoso acido acetilsalicilico (aspirina).
  • DR. RECKEWEG R1 Gocce: all’inizio 10-15 gocce in poca acqua ogni mezz’ora per ½ – 1 giorno. Dopo il miglioramento, prendere stessa dose ogni 1-2 ore.
  • Omeopatia: consultare il proprio medico per il rimedio più adatto (per una panoramica sui possibili rimedi consultare il nostro articolo)
  • Acqua e limone: 2 litri di acqua con 4 limoni spremuti, e la febbre si abbassa come con il paracetamolo.